Come prendersi cura dei capelli in lockdown

Ciao, sono Tamara Viola e non vedo il mio parrucchiere da cinquantacinque giorni. Centimetri ricrescita registrati: cinque. Capelli bianchi: cinque, per fortuna. Numero doppie punte: innumerevoli.

Mai come in questo disgraziato periodo di lockdown ho provato un sentimento di amore folle verso Roberta e Andrea, titolari del mio salone del cuore. Mando loro messaggini teneri, guardo con tenerezza le foto del loro profilo instagram, bramo la me con i capelli fluenti da principessa Disney. Sono tutto sommato tra le fortunate: ho ricaricato il colore, sono in grado di farmi una piega decente e di tenere a bada l’effetto Sahara tipico dei capelli decolorati. Quello che mi manca è il rito, il luogo, il momento per me, il profumo dello shampoo, il massaggio, il caffé, perfino le chiacchiere con la vicina di posto avvolta nelle cartine per le meches. Per ovviare a questa straziante mancanza, ché l’amore non è amore senza un po’ di dramma, ho chiesto a Roberta di rispondere alle domande che tutte noi orfane degli acconciatori ci facciamo. Spero che queste indicazioni possano tornarvi utili per manutenere le chiome, in attesa del 1 giugno, giorno in cui, secondo l’ultimo decreto, potremo tornare a riveder le stelle.

– Come scegliere shampoo e balsamo davanti alla distesa sconfinata di flaconi al supermercato? E quali sono gli ingredienti che dovremmo evitare?

R: E’ più semplice di quello che crediamo. La prima cosa da fare è guardare la condizione dei nostri capelli: come sono? Ricci? Sottili? Trattati? Secchi? Crespi? Questa è la prima discriminante. Su tutte le confezioni troveremo delle indicazioni in merito a questo. Esempio: se ho i capelli ricci sceglierò uno shampoo disciplinante e nutriente, se ho i capelli grassi un shampoo purificante, e via dicendo. Gli ingredienti da evitare il più possibile sono senza dubbio i parabeni, gli SLS e gli SLES, agenti chimici aggressivi che seccano il capello, lo “sporcano” più facilmente e opacizzano il colore.

– Quali sono le regole di base da applicare per eseguire uno shampoo perfetto?

R: Le regole sono poche e semplici ma se riusciamo ad attenerci perfettamente agevoleremo di molto l’asciugatura. Usando acqua tiepida bagniamo tutta la testa. Con poco shampoo, possibilmente diluito, frizioniamo con i polpastrelli solo il cuoio capelluto. E’ importante non strofinare le lunghezze; ché diversamente risulteranno elettrizzate e crespe al passaggio del phon. Sono sufficienti due lavaggi. Se stiamo utilizzando uno shampoo antigiallo o un prodotto curativo fitofarmaceutico, ad esempio, lasciamo in posa per qualche minuto, affinché i principi attivi contenuti possano agire. Risciacquiamo con molta cura, eliminiamo l’acqua in eccesso e successivamente saremo pronte per applicare il nostro balsamo o la nostra maschera. In questo caso il prodotto va distribuito soprattutto sulle lunghezze, in modo da non ingrassare la cute pulita. Attendiamo che il miracolo districante avvenga, pettiniamo e risciacquiamo abbondantemente.

– Come scegliere il colore al supermercato partendo dalla propria base? Che significato hanno i numeri che leggiamo sulle confezioni?

R: Per la scelta della tinta da banco occorre guardarsi attentamente alla luce naturale per capire qual è il colore della nostra base. Se abbiamo molti capelli bianchi recuperiamo delle foto pre-lockdown: sceglieremo la tonalità che più ci si avvicina. Sono da preferire le nuances naturali: per il momento teniamo da parte i prugna, i neri e tutti i colori troppo “sgargianti” e definiti. Meglio che sia il parrucchiere a fare i lavori tecnicamente più complicati.

Solitamente sulle confezioni troviamo dei numeri indicativi:

2 bruno

3 castano scuro

4 castano

5 castano chiaro

6 biondo scuro

7 biondo medio

8 biondo 

9 biondo chiaro

10 biondo chiarissimo

Il tono che pensiamo di applicare è spesso più scuro di quello che ci aspettiamo, teniamone conto quando facciamo l’acquisto. Se acquistiamo un 6, ad esempio, non aspettiamoci di venire fuori biondissime, ecco. In linea generale abbiamo tre ricrescite: quella dei capelli bianchi, la nostra base e le schiariture sulle lunghezze. Applichiamo il colore solo sulla base, evitando di contaminare le lunghezze (sulle quali, nel frattempo, possiamo applicare una maschera pre shampoo che nutra). In questo modo il colore risulterà omogeneo e saremo salve dalle barrature che spesso virano ad un verde spettrale.

– Come prendersi cura delle meches?

R: Riprendere le meches da sole è da evitare. Possiamo però prendercene cura usando dei prodotti antigiallo: perfetti shampoo e conditioner che all’interno contengono dei pigmenti blu o viola che spengono e smorzano l’effetto dell’ossidazione. Il tempo di posa sarà più o meno lungo a seconda della situazione di base. I conditioner hanno un potere più forte. Se siamo molto esperte possiamo utilizzare dei tonalizzanti da mixare all’interno del nostro balsamo.

– Capelli ricci: come prendersene cura?

R: I capelli ricci sono una tipologia di capello che necessita di grande attenzione. Scegliete shampoo e conditioner elasticizzanti. Via libera alle maschere nutrienti e idratanti. Fondamentali anche i prodotti per lo styling, che aiutano a modulare ed evitare l’effetto crespo. Usate correttamente il phon: niente getti di aria caldissima (meglio tenere la temperatura media) e sempre diffusore.

– Come scegliere gli strumenti di base?

R: Optiamo per un phon che immetta ioni e abbia il rivestimento in ceramica: quasi tutti i brand li hanno prodotti e i prezzi sono piuttosto competitivi. Io non amo molto i pettini ma in linea generale fate attenzione che siano antistatici. Se avete capelli lunghi sono da preferire quelli che hanno denti piuttosto larghi, che non spezzano i capelli. Niente plastica: i materiali naturali come il legno di faggio, ad esempio, assicurano maggiore durata e sono adatti anche a chi ha i capelli ricci. Non può mancare la spazzola: è un must have per sciogliere i nodi e per togliere lo sporco dai capelli. Ricordate di pulirla tutte le volte che la utilizzate.

– Asciugatura facile facile: come?

R: Niente calore sparato ai massimi livelli e beccuccio sempre presente per evitare capelli sparati e teste leonine. Dopo lo shampoo, togliamo l’eccesso di acqua con l’asciugamano. Applichiamo un termoprotettore e con una spazzola piatta e larga cominciamo ad asciugare seguendo il verso della caduta dei capelli. Quando saremo più o meno verso l’ottanta per cento dell’asciugatura, useremo una spazzola tonda per lavorare un po’ le punte. La spazzola tonda dev’essere più grande se si hanno capelli lunghi, più piccola sui capelli corti. Se abbiamo capelli liscissimi e vogliamo un po’ di movimento usiamo il sistema della nonna: una volta asciugati i capelli dividiamoli in piccole ciocche. Arrotoliamo su se stesse e fermiamole con delle fettucce di stoffa e dormiamoci su. Al mattino basterà sciogliere il tutto e aprire i ricci con le mani o con spazzola.

– Doppie punte e frangette: resistere o spuntare da sole?

R: Amiche, attendete l’apertura dei saloni, specie se non avete manualità e delle forbici adatte. Usate fasce carine, tirate i capelli indietro o spostate la frangia di lato come se fosse un ciuffo: meglio che fare disastri.

Roberta e Andrea hanno creato dei kit di sopravvivenza che contengono shampoo e conditioner monouso (Davines), colore preparato ad hoc, ciotolina, pennello, guanti, mantellina e asciugamano monouso. Per richiedere una consulenza personalizzata e acquistare il kit basta contattarli con un messaggio privato sui social (FB e IG).

Garantisco bravura e professionalità.

Al prossimo shampoo!

Come si trucca una geisha – Oshiroi make up

Lo scorso settembre, grazie a Miriam Bendìa, ho avuto l’opportunità di partecipare al festival “A Geisha Day” del quale sono state ospiti tre geisha e una maiko. L’intento della manifestazione è stato quello di portare in Italia e raccontare, per la prima volta, la figura della geisha e le tradizioni della cultura giapponese. Una cultura che, seppure immersa totalmente nella modernità, lascia spazio agli elementi che hanno caratterizzato moltissimi aspetti della sua vita passata. La figura della geisha è parte integrante della storia del paese e, attraverso la sua arte, ne racconta l’evoluzione. Arte, appunto.

La parola geisha è composta da due kanji: 芸 (gei) che significa “arte” e 者 (sha) “persona”. La traduzione letterale del termine, in italiano, è quindi “artista” o “persona d’arte“. La loro intera esistenza è totale devozione allo studio della musica e del canto, delle tradizioni culturali del loro paese. Tutto in loro trasmette grazia e bellezza: ogni gesto è misurato e antico, appena accennato, sospeso nel tempo. 

La bellezza delle geisha rappresenta canoni lontanissimi da quelli occidentali: è la storia che vogliono raccontare a prendersi tutto lo spazio. Il corpo, gli abiti, i gesti, il trucco, le espressioni contribuiscono a rendere accurata e realistica questa narrazione.

Il rituale del trucco, l’oshiroi make up, è estremamente complesso e rappresenta un vero e proprio mutamento: è in quel momento che la donna smette di essere “solo” umana e si trasforma in divinità, in artista, in sacerdotessa dell’arte.

Prima di cominciare, le geisha si prendono un momento per concentrarsi: da quel momento in poi non potranno permettersi di sbagliare perché questo comprometterebbe l’intera riuscita dell’operazione. Solo alla fine indosseranno il kimono, differente nei colori e nelle decorazioni a seconda della stagione, del grado di preparazione della persona, della sua età. E poi, chi sarebbe così pazzo da rischiare di macchiare della seta purissima?!?

Cominciano scaldando vigorosamente fra le mani il bintsuke, una cera profumata che ha il compito di distendere i tratti del viso e fungere da fissante per la pasta bianca. E’ una fase fondamentale: la stendono prima sulla parte anteriore del collo e sulle spalle e poi proseguono lungo il viso, come a voler cancellare le pieghe naturali della pelle.

Successivamente applicano il fondotinta bianco, oshiroi appunto: è una mistura di polvere di riso e acqua che viene mescolata fino ad ottenere una pasta bianca. 

Viene spalmata su viso e collo con moltissima cura grazie all’aiuto di un pennello. L’eccesso di prodotto viene rimosso usando una grande spugna che viene tamponata su viso, collo e decolleté: in questo modo si avrà l’impressione che stiano indossando realmente una maschera. Colorano anche il retro del collo lasciando nudi due spicchi di pelle che formano una V: questo dettaglio è estremamente sensuale per i giapponesi, accende l’immaginazione, come una promessa che nessuno manterrà.

Applicano un pigmento rosso intorno agli occhi, sugli occhi e fino quasi alle guance, sfumandolo molto delicatamente verso l’esterno. Il resto del volto rimane eburneo.

La quantità e la violenza del colore rosso raccontano il grado di esperienza della geisha: più vivace per le maiko (le apprendiste), più accennato per le geisha.

Definiscono le sopracciglia con una matita nera e sottolineano gli occhi con eyeliner e mascara. Ehi, usano quello in penna! Anticamente ricorrevano al carboncino ma con l’evoluzione della cosmesi anche per loro è diventato più semplice truccarsi.

Punto finale e focale è il trucco delle labbra. Il rossetto tradizionale che usano per dipingerle è creato apposta per loro da esperti artigiani e si chiama Kyo beni, rosso di Kyoto. Disegnano le labbra con un pennellino sottile e procedono a riempirle in modo differente a seconda del loro status: alle maiko (apprendiste) è concesso di colorare solo il centro del labbro inferiore. Solo a compimento del loro corso di studi potranno colorarle interamente.

Terminano la loro vestizione indossando una parrucca o acconciando i loro capelli e infine indossano il kimono. Le maiko (apprendiste) usano più decorazioni, hanno un trucco più marcato e le stoffe dei loro abiti tradizionali sono più esuberanti. Questo perché non hanno ancora raggiunto l’apice della loro formazione: l’attenzione deve essere spostata su questi dettagli. Una volta diventate artiste il loro aspetto diventa più sobrio e delicato.

Piccole curiosità che ho scoperto sulle geisha:

– Le prime geisha erano uomini. I taikomochi vivevano nelle corti dei daimyo, i signori feudali. Intrattenevano gli ospiti ed erano consiglieri personali. Con il tempo furono totalmente soppiantati dalle donne che erano più graziose e più dotate nelle arti.

– La formazione e l’apprendistato per diventare una geisha dura cinque anni. Si studiano musica, danza, teatro, trucco, letteratura, poesia, calligrafia, il cerimoniale tradizionale previsto dall’etichetta giapponese e cultura generale per poter affrontare agevolmente ogni tipo di conversazione.

– Le maiko, durante il loro apprendistato, devono seguire regole molto severe quando sono in pubblico: per esempio non possono usare lo smartphone.

[A Geisha Day si prepara per una nuova edizione! Hai la possibilità di sostenere il festival facendo la tua donazione qui ]

 

 

Cosa fa una make up artist itinerante? Intervista a Jessica Grillo

Avere la profumeria del cuore nel proprio quartiere è un vantaggio enorme per una beauty digital strategist. Se poi le proprietarie ti amano, la vita si tinge di illuminante: sai sempre per prima quando arrivano le nuove collezioni e hai la precedenza assoluta per partecipare agli eventi. Così, quando la signora Irene mi ha invitata alla prova gratuita di make up personalizzato per Lancôme non ho potuto dire di no: ho scelto l’orario fra quelli proposti e mi sono presentata al mio peggio, struccata e con le occhiaie da computer, certa che Jessica Grillo, MUA del marchio, avrebbe fatto miracoli.

Sono stata accolta da grandi sorrisi e un magnifico vassoietto sul quale erano teneramente accoccolati due biscottini di frolla, due cioccolatini dall’involto luccicante e una splendida bottiglietta serigrafata che conteneva una bevanda rinfrescante e addirittura antiage. Il tutto al gusto di rosa, simbolo della maison.

Jessica ha lasciato che gustassi queste delizie e intanto mi ha raccontato come si sarebbe svolta la prova: ha indagato le mie abitudini riguardo skincare e trucco, mi ha chiesto cosa mi piacerebbe migliorare nell’aspetto della mia pelle, quali sono le mie esigenze principali.

Solo dopo mi ha proposto ed applicato una serie di trattamenti e realizzato il make up che vedete qui: bello, vero? Ho chiacchierato a lungo con lei ed ho pensato che sarebbe stato interessante condividere con voi quali sono gli aspetti più importanti del suo lavoro. Curiosi?

– Raccontami com’è cominciata.

Ho trent’anni e lavoro per Lancôme da cinque. Sono siciliana d’origine e dopo la maturità mi sono trasferita a Firenze per studiare all’Accademia di Belle Arti. Una delle mie passioni è la pittura. Durante i miei studi mi sono accorta che ridisegnare, scolpire, valorizzare il volto umano mi piaceva tantissimo così ho deciso di iscrivermi ad un corso per make up artist presso l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna. L’approccio iniziale a questo mondo è stato creativo, le mie prime esperienze come truccatrice le ho vissute in teatro con l’Accademia del maggio musicale fiorentino.

– Lavoravi come dipendente?

No, ho iniziato come truccatrice freelance: dopo il teatro ho lavorato moltissimo per eventi come Pitti, ad esempio, realizzando make up per sfilate di moda e servizi fotografici.

– Come sei approdata al mondo della profumeria?

Ho iniziato a proporre la mia figura a brand di alta profumeria collaborando prima con Dolce & Gabbana come MUA itinerante, poi con Lancôme. Lavoro per loro felicemente da cinque anni.

– Che cosa fa una MUA itinerante?

Una MUA itinerante viaggia moltissimo! [ride] La mia settimana comincia il martedì e finisce il sabato: di volta in volta sono in città diverse ma lavoro essenzialmente in Toscana. Sono una consulente, prima di realizzare un make up personalizzato e consigliare la mia cliente al meglio, cerco di capire cosa le piace, quali sono le sue abitudini e le sue esigenze.

– Parliamo di comunicazione. Ho avuto l’impressione che negli ultimi tre anni Lancôme stia investendo molto sull’attività digital, in modo particolare sui social, specie da quando è arrivata Lisa Eldridge (dal 2015 direttore creativo del marchio, MUA e beauty youtuber di successo). Mi sbaglio?

Lancôme si è molto aperta al mondo social: attraverso questi strumenti ha l’opportunità di raggiungere molte persone, specie le più giovani. Sono più frequenti le collaborazioni con blogger e youtuber: durante il Festival di Sanremo quest’anno è stato lanciato l’hashtag #FuoriSanremoByLancome con la sfida di realizzare make up ispirati a quelli dei cantanti in gara.

– E il tuo rapporto con i social com’è?

Di amore e di odio, come penso tutti noi. Quando in pausa pranzo mi ritrovo a scorrere automaticamente il feed di instagram mi chiedo: Perché?! [ride]

– Quale consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua professione?

Il mio consiglio è quello di fare molta ricerca prima di iscriversi ad un corso di formazione per make up artist. Le proposte sono tantissime: scegliete quello più completo, più adatto alla figura che volete diventare. La concorrenza è spietata e per emergere bisogna saper fare la differenza.

– Lanciamoci: quali sono i trend trucco Lancôme per la stagione attuale?

Il minimal make up, un look in cui la vera protagonista è la bellezza della pelle, idratata e luminosa. Sugli occhi un velo di mascara e labbra nude e polpose. Anche l’eyeliner artistico è molto cool, delle linee geometriche rivisitate possono diventare il vostro segno distintivo. Infine le freckles dots, le finte lentiggini! Il metodo più comune per realizzarle richiede l’utilizzo di una semplice matita marrone per occhi. Questo look regala al viso un aspetto giovane e fresco. Questi trend ci sono stati presentati durante la nuova formazione dal National make up artist Lancôme Andrea Troglio.

– Un segreto da MUA

La luminosità. Un volto luminoso con qualche light point sugli occhi e tanto mascara toglie subito i segni di fatica. E poi osare con il rossetto che rende sensuali ed eleganti.

Per non perdere di vista Jessica basta seguirla su instagram!

Ringrazio lei e le strepitose Irene e Maria della profumeria Zoppo di Casal Bruciato per la disponibilità.

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